La non corretta reimputazione dei residui negli esercizi di competenza e le conseguenze sull’attendibilità del bilancio

Approfondimento di V. Giannotti

La Sezione delle Autonomie, nella deliberazione n.4/2017 avente ad oggetto “Analisi della stabilità finanziaria: andamenti, criticità e ruolo dei controlli interni”, ha evidenziando una serie di criticità nell’utilizzo degli spazi finanziari da parte dei comuni che hanno avuto ricadute negative in termini di investimenti.
Dall’analisi emerge una significativa eccedenza di risparmio realizzatasi rispetto agli obiettivi (cd. overshooting”) che impone attente riflessioni sull’efficacia di alcune misure redistributive degli spazi finanziari rispetto agli effettivi fabbisogni di spesa, soprattutto in conto capitale.
Secondo la Sezione tra le possibili cause tradizionalmente individuate, si può includere, innanzitutto, la difficoltà da parte dei Comuni di procedere ad un’efficace programmazione della gestione, dovuta all’eccessiva durata dei periodi di esercizio provvisorio, ma anche all’assenza di un quadro organico di riferimento, che risente per lo più di correttivi annualmente introdotti, anche in corso d’anno, per ridefinire il perimetro delle misure di agevolazione del patto, sia per l’obiettivo che per il monitoraggio.  Secondo i magistrati contabili, un efficace indicatore delle difficoltà è costituito proprio dal fondo pluriennale vincolato, che evidenzia con trasparenza e attendibilità il procedimento di impiego delle risorse acquisite dall’ente che richiedono per il relativo impiego effettivo un arco di tempo ultrannuale. Un sintomo è dato dall’osservazione di un andamento incrementale del fpv di parte capitale, che risente, probabilmente, soprattutto negli enti di minori dimensioni demografiche, delle difficoltà di rispettare le tempistiche ipotizzate nei cronoprogrammi di spesa relativi agli interventi di investimento programmati, redatti sulla base delle tempistiche di maturazione degli stati d’avanzamento lavori.
Una delle problematiche oggetto di attenzione riguarda la non corretta reimputazione dei residui negli anni di effettivo pagamento. In altri termini molti enti locali nel passaggio ai nuovi principi contabili, in mancanza di efficaci strumenti di programmazione, ovvero in mancanza di corretta definizione dei crono programmi dei lavori pubblici, hanno preferito posizionare le intere risorse non spese nell’anno successivo. Interessante, appare, allora l’analisi condotta dalla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Liguria, che con la deliberazione 21/04/2017 n.44 sottopone ad attenzione il corretto riaccertamento dei residui attivi e passivi effettuati da un Comune.

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