Fondone: raggiunto l’accordo sui fondi per Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni

La Conferenza unificata ha raggiunto un accordo sulla ripartizione dei 3 miliardi di fondi, il cosiddetto “fondone”, previsto per Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni nella Legge di Bilancio.

Gli enti di secondo livello delle regioni a statuto speciale si vedono assegnati 70 milioni nel caso della Sicilia e 30 (a regime) nel caso della Sardegna. Viene inoltre sterilizzato il taglio per tutte le città metropolitane a partire dal 2017. Si compensa anche il mancato gettito sui terreni agricoli, per l’esenzione introdotta  e poi ripristinata: ai Comuni interessati, che sono soprattutto quelli più piccoli, vengono assegnati 58 milioni in dieci anni.

 

Comunicato Anci

Con comunicato del 23 febbraio 2017, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro afferma che “Ci sono luci e ombre”.

E’ positivo che la manovra non preveda tagli nei trasferimenti, come già nel 2016, e che si recuperino progressivamente risorse su cui l’Anci ha dato battaglia, come i 300 milioni di ristoro per la penalizzazione ingiustificata subita dai Comuni a seguito dell’errata quantificazione, da parte del Mef, delle risorse dovute nel passaggio tra Ici e Imu. È invece preoccupante la continua riduzione della compensazione relativa alla cambiamento di regime fiscale tra Imu  e Tasi che interessa 1.800 Comuni, quantificata in 300 milioni, un importo ancora largamente inferiore sia a quanto gli enti devono recuperare (480 milioni secondo le stime), sia rispetto al riconoscimento del 2016 (390 milioni). Ed è insoddisfacente il riconoscimento di 300 milioni in 30 anni per saldare il debito che lo Stato ha nei confronti dei Comuni per le spese di funzionamento degli uffici giudiziari, che, grazie a una nostra battaglia, sono ora in capo a Roma e non più agli enti locali. Quel debito, riconosciuto anche dal ministero della Giustizia, ammonta a 650 milioni fino al 2015. L’offerta di 300 milioni in 30 anni per chiudere il contenzioso davanti ai giudici amministrativi è una proposta debole, destinata a essere rispedita al mittente”.

Il riparto del fondone – conclude Decaro – era un passaggio importante in attuazione della Legge di Bilancio 2017. Ora occorre accelerare nella predisposizione del decreto enti locali che deve ratificare alcuni passaggi essenziali: l’attuazione del fondo di solidarietà già deciso a gennaio, le misure per facilitare gli equilibri finanziari delle città metropolitane, l’innalzamento del turn over, la possibilità di assumere figure infungibili, il completamento della revisione delle discipline per gli enti locali in crisi finanziaria e per l’affidamento del servizio di tesoreria”.

L’associazione dei Comuni esprime poi il timore che l’accordo tra governo e Regioni sul taglio di 380 milioni, comporti una riduzione delle risorse destinate alla spesa sociale: “Sarebbe un taglio diretto alle politiche dei Comuni destinate alle fasce più deboli della popolazione”.

Riportiamo anche le dichiarazioni del vicepresidente Anci Roberto Pella, intervenuto in rappresentanza dell’Anci alla Conferenza Unificata:

Un’accelerazione forte sul decreto enti locali per risolvere tutte le questioni ancora sospese che riguardano i Comuni, tra cui quella del recupero del gettito Imu-Tasi che per i piccoli Comuni attualmente prevista su dieci anni, cosa assurda per il contesto dove operano gli enti di piccola dimensione”.

Un’accelerazione – ha detto Pella – necessaria a completare l’importante lavoro del governo, che ha fatto una precisa scelta politica di mettere a disposizione dei Comuni delle risorse che prima non c’erano”. Risorse, quelle a cui ha fatto riferimento Pella, che Comuni, Città metropolitane, Regioni e Province troveranno sul cosiddetto ‘fondone’ che oggi ha avuto il via libera dalla Conferenza Unificata. Oltre al ‘fondone’, su cui è intervenuto in una nota il presidente dell’Anci Antonio Decaro, Pella ha riferito anche sul decreto Terremoto, rimarcando come “il parere dell’Anci è condizionato all’accoglimento degli emendamenti presentati” e su cui l’Associazione si è espressa già nel corso dell’audizione di ieri alla Camera. “Voglio ribadire che tra le richieste più importanti – ha rimarcato il vicepresidente Pella – ci sono quelle legate alle risorse sulla Tari e alle compensazioni Imu-Tasi oltre all’esigenza di prevedere aiuti concreti alle aziende, tramite delle zone a fiscalità agevolata, in modo far ripartire le aziende che hanno subito grosse perdite a causa del sisma”.

Infine Pella ha ribadito al governo “la necessità di dare al più presto continuazione al tavolo tecnico sulla definizione delle gestioni associate e delle Unioni dei Comuni, in modo da finire il lavoro cominciato con la sospensione dell’obbligo di associarsi che cadeva lo scorso 31 dicembre

 

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