Dl fare torna in commissione: saltano i tagli alle tv locali

Fonte: Il Sole 24 Ore

Riparte questa mattina alle 9,30 l’esame in Aula alla Camera del decreto del fare, dopo la decisione di far tornare il testo nelle due commissioni Affari costituzionali e Bilancio per la votazione su un pacchetto di emendamenti per i quali solo ieri è arrivato il parere della Ragioneria.

Il Governo ha presentato un emendamento col quale si dà una copertura complessiva agli emendamenti approvati nella nuova lettura del decreto, mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha chiarito che la questione di fiducia non è scontata: «Il governo ha inteso unicamente valorizzare il testo uscito dalle commissioni e scongiurare il ricorso alla fiducia, evidentemente inevitabile se gli emendamenti restassero 800» ha spiegato rispondendo agli attacchi delle opposizioni dopo la riunione del comitato dei 18. Quanto alle coperture, si attinge alla banda larga, al fondo per gli sgravi Irap ai lavoratori autonomi e dall’eliminazione delle spese riferite a dei ministeri. Sono stati così evitati i tagli all’emittenza locale. Per il relatore Pd Francesco Boccia, «i fondi a cui si attinge fanno riferimento a risorse non utilizzabili».

Via libera anche all’emendamento dei relatori per sostenere i piani di azionariato diffuso.

Tra le nuove modifiche approvate, anche quella che dovrebbe risolvere il clamoroso “pasticcio” sull’emendamento relativo al wi-fi (internet senza fili). In commissione era stato approvata una modifica che, anziché sciogliere i nodi segnalati dal garante per la privacy, ha appesantito gli oneri per la diffusione delle reti senza fili, in senso esattamente opposto alla decantata liberalizzazione. Il relatore Francesco Boccia (Pd) ha annunciato una nuova formulazione sul testo «che affermi il principio della libertà di accesso senza nessuna possibilità di equivoco, come chiedono anche i miei colleghi del Partito Democratico impegnati sui temi dell’agenda digitale». Bisogna sgomberare il campo da equivoci e problemi interpretativi e proporre una formulazione che mostri in modo evidente «che l’obiettivo che si vuole raggiungere è un’autentica liberalizzazione del wi-fi» aveva dichiarato il deputato di Scelta Civica, Stefano Quintarelli.

Le votazioni in commissione sugli emendamenti accantonati e non votati in sede referente non erano ancora conclusi, ieri sera. E in ogni caso, come anticipato nei giorni scorsi, con il primo via libera della Camera non potrà ancora dirsi concluso l’iter di questo complesso decreto omnibus di 86 articoli che contiene una lunga serie di novità per imprese e cittadini anche con una serie di nuove semplificazioni che, nel loro insieme, dovrebbero garantire a regime 500 milioni di risparmi su procedure che secondo i calcoli del Dipartimento Funzione pubblica pesano per 7,7 miliardi l’anno in termini di oneri diretti e indiretti.

I nodi ancora aperti e che verranno affontati al Senato sono ancora diversi. Tra tutti spicca l’estensione alle società di leasing della «nuova legge Sabatini», con criticità però duramente criticate da alcune grandi realtà del settore. L’emendamento approvato in commissione alla Camera include tra i finanziamenti agevolabili anche quelli concessi dalle società di leasing, ma vincolandoli alla garanzia rilasciata da una banca aderente alla convenzione con la Cassa depositi e prestiti. Chiedono un’ulteriore modifica soprattutto gli intermediari finanziari ex 107 il cui capitale è detenuto da banche.

 

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